Mostre 2020
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ROBOT
The human projectMudec - dall’1 maggio all’1 agosto 2021
Dai primi congegni meccanici dell’antica Grecia alle nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale, l’uomo è sempre stato attratto dall’idea di creare un proprio simile artificiale. Il percorso espositivo racconta la relazione tra l'essere umano e il suo doppio, svelando al pubblico i risultati finora raggiunti, gli straordinari sviluppi tecnologici e le frontiere della robotica e della bionica contemporanea. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con i principali istituti di ricerca come l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’IIT di Genova, intende offrire una chiave di lettura per il futuro, con un approccio immersivo dal respiro tecnico-scientifico, antropologico e artistico che svela come l’interazione tra uomo e macchina sia sempre più reale.
Dopo aver presentato gli antenati dei robot, antichi capolavori della tecnica, l’esposizione dà spazio alla robotica moderna applicata alle neuroscienze, ossia la bionica, per poi soffermarsi sui “Cobot” presenti in mostra, robot che sanno riconoscere e trasmettere emozioni, connotati da una grande utilità e accettabilità sociale.
L’impressionante avanzamento tecnologico in questi campi, le prospettive aperte e tutte le possibili implicazioni portano con sé anche interrogativi etici, sociali e culturali di primaria importanza, su cui è fondamentale una riflessione.In foto: Robothespian, 2017 Engineered Arts Ltd Crediti fotografici © Engineered Arts Ltd
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Qhapaq Ñan. La grande strada inca
Dal 9 febbraio fino al 25 aprile 2021 il Mudec ospita la mostra archeologica “Qhapaq Ñan. La grande strada inca”, curata da Carolina Orsini. La mostra sarà l’occasione per far conoscere il patrimonio inca proveniente dalla collezione etnografica permanente del Mudec e per portare all’attenzione del pubblico i lavori di rilievo e scavo nonché le ultime scoperte effettuate dai ricercatori del Museo delle Culture lungo il cammino inca del nord ovest dell’Argentina.
In mostra circa 50 reperti archeologici andini selezionati tra le collezioni preispaniche-amerindiane del Museo, oltre a un ricco apparato esplicativo composto di testi e mappe.
L’esposizione, che verrà ospitata presso lo spazio Khaled al–Asaad, si compone di sette sezioni: La prima introduce brevemente il visitatore al mondo inca: la seconda approfondisce dal punto di vista geografico la diversità del vasto territorio andino, segue poi un excursus sulle civiltà antiche che precedettero cronologicamente l’impero inca; le successive sezioni descrivono i caminos de llanos (di pianura) e dei caminos de sierra, nonché le stazioni di posta e i celebri ponti sospesi, indispensabili per superare le gole profonde che caratterizzano il paesaggio andino. Inoltre, viene illustrato il Qhapaq Ñan come collante di un impero vasto e vario, in cui i collegamenti erano fondamentali per controllare la popolazione, spostare gli eserciti e riscuotere i tributi. Usata ancora oggi, la grande strada inca è ancora un elemento prorompente nel paesaggio andino.
Conclude la mostra una video installazione che restituisce la scoperta di un inedito tratto di cammino nel nord ovest dell’Argentina (Molinos, provincia di Salta) associato a numerosi siti.
La mostra è a ingresso libero senza prenotazione.
In foto: Frammento di mantello femminile con decorazioni policrome geometriche
Perù, Dipartimento di Arequipa
Coll. Mazzoleni - Museo delle Culture, Milano